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Come NON riconoscersi in un “pessimo capo”

Uno dei compiti basilari per il titolare di un salone è quello senz’altro di divenire un “bravo capo”. Quando il titolare di un’attività è sulla strada giusta?

Brevemente, quando sa creare un gruppo di lavoro di successo, con assegnazione di ruoli e obiettivi, con reciproca fiducia, promuovendo una buona comunicazione ed infine con una valida e solida leadership!

La presente news, invece, riporta la classificazione del pessimo capo di Bernard Marr esperto di dinamiche aziendali, che ha tracciato i 10 profili del pessimo capo:

  1. l’egoriferito, ovvero un capo arrogante, che mette in mostra costantemente il proprio ego;
  2. il codardo, ovvero un capo che non assume nessuna responsabilità e spesso si nasconde dietro al lavoro degli altri collaboratori;
  3. il micro-manager, ovvero un capo che crede di sapere come gli altri dovrebbero fare il loro lavoro, che non si fida del lavoro dei collaboratori e che spesso impone un proprio ”modus operandi” sui singoli passaggi del lavoro;
  4. l’incapace, ovvero un capo che è stato promosso oltre le proprie capacità e non ha idea di come svolgere il lavoro, avendo anche perso tutto il rispetto dei subordinati e dei collaboratori;
  5. il super-amichevole, ovvero il capo che impropriamente e ad ogni costo vuole essere il migliore amico dei collaboratori;
  6. il cattivo comunicatore, ovvero il capo che non è in grado di comunicare in modo efficace, sia nel caso debba comunicare una strategia aziendale, sia se debba gestire risposte sulle performance individuali dei collaboratori;
  7. il plagiatore, ovvero il capo che prende il merito per il lavoro di altri o si appropria delle loro idee e le presenta come frutto della sua attività (soprattutto al suo superiore);
  8. il negativo, ovvero il capo che non dice mai nulla di positivo e trasforma tutto in problematico, generando astio e tensione nella squadra;
  9. l’egocentrico, ovvero il capo che non si preoccupa delle persone che lavorano per lui e non è interessato ad aiutare nessuno fuorché se stesso;
  10. il criticone, ovvero il capo che è veloce a criticare gli errori dei collaboratori ma non è altrettanto in grado di fornire un feedback rapido e costruttivo.

A parte, la colorita classificazione del cattivo capo di cui sopra, il lato opposto identica il leader naturale come colui che si focalizza sulle persone: cerca di motivare il suo gruppo e per  far sì che ogni membro dia il massimo per raggiungere l’obiettivo comune, mostrando attenzione su: comunicazione, creatività, flessibilità, affidabilità, capacità di delega e positività.